Io questi ragazzi… proprio non li capisco!

Io questi ragazzi... proprio non li capisco!

Quante volte hai provato l’incomprensione? Quella sensazione di non essere capito, compreso. 

Quell’impressione che le tue parole venissero trasportate lontano, da venti interpretativi completamente disconnessi dai tuoi pensieri o dalle tue intenzioni. Quante volte ti sei sentito su lunghezze d’onda differenti rispetto alla persona a cui stavi parlando?

In tema di comunicazione, questa è un’esperienza molto comune, all’ordine del giorno direi, e provare ad analizzarla, ad approfondirla è un processo importante per giungere a quel livello di attenzione, ascolto reciproco e comprensione così rilevante nella relazione con i nostri figli.

Ed è proprio con i più giovani che spesso abbiamo la sensazione di utilizzare un’altra lingua.  (Non vi capita mai di pensare: ma parlo arabo??? Perchè non mi capisce?)

Siccome a me capita spesso, e non posso negare quanta frustrazione questo generi, anche in chi, come me, della comunicazione è appassionata e ne ha fatto un lavoro, ho voluto approfondire il tema.

Tra le varie letture che ho potuto apprezzare in questo periodo a riguardo, ve n’è una che più di tutte mi ha colpita, per la chiarezza dei messaggi, lo sguardo innovativo, la sensibilità con cui accompagna il lettore tra le pagine: 

“Le cose da dentro” di Marco Siniscalchi e Marzia Siniscalchi, edito da 78EDIZIONI

UNA PREZIOSA SCOPERTA.

Gli autori ci conducono per mano, con dolcezza e comprensione, in un viaggio nel loro lato più intimo, <le cose da dentro> appunto, invitandoci a fare altrettanto con il nostro mondo interiore, un mondo pieno di cose, spesso non dette, “un mondo che dovremmo tutti visitare (e ascoltare) più di frequente”.

La storia si realizza all’interno del confronto fra due mondi interiori, ad una sola generazione di distanza. Sembra nulla detto così, ma è un abisso al giorno d’oggi.

Sarà capitato anche a te, infatti, di parlare con un Millennials (termine usato per indicare la generazione di nati tra il tra il 1980 e il 2000)  e avere la netta sensazione di non essere compreso, e al tempo stesso di non comprendere nulla della persona che avevi di fronte, del vero significato di ciò che aveva da dirti, del suo mondo interiore, dei suoi valori, dei suoi principi, persino dei suoi bisogni.

Credo sia successo a tutti e, sono anche fermamente convinta che, ci siano sempre due punti di vista e due interpretazioni (almeno due!), di cui dobbiamo tenere conto quando ci confrontiamo, noi della Generazione X (nati tra il 1965 ed il 1980) con i Millenials.

Ed è questo che fanno gli autori di “Le cose da dentro”, padre e figlia. Ci invitano a fermarci, in queste vite frenetiche e compulsive, sostengono la necessità di una sosta riflessiva, uno sguardo interiore attento, che vada a dissipare la nebbia e che porti alla luce con chiarezza chi siamo e cosa vogliamo.

Una lettura decisamente interessante, un dialogo intra-generazionale che getta luci su prospettive differenti, tanto che oggi non ci troviamo solo in una nuova fase di cambio generazionale, bensì, scrive Siniscalchi “viviamo sul terreno di incontro tra due culture”.

Gli autori ci conducono nell’analisi di punti di vista diversi, non solo imposti dall’età, come è stato per tutte le generazioni precedenti, ma indotti anche dal rapidissimo cambiamento del mondo avvenuto negli ultimi decenni e che ci ha portato in modo inconscio a distanze siderali. Le pagine di “Le cose da dentro” mettono a nudo esigenze diverse, bisogni a volte contrapposti, letture della società, dei contesti e delle situazioni in antitesi e allo stesso tempo entrambe vere.

La lettura di questo libro ci permette di dare nuovo significato alle parole “comunicare con i giovani” o “comunicare con i vecchi”, è solo una questione di punto di osservazione. Apre al vero significato di comunicazione senza blocchi, limiti, pregiudizi, resistenze e ci permette di dare uno sguardo alternativo e innovativo a quello che può essere il dialogo con i nostri ragazzi, o visto dall’altro punto di vista, con i genitori, con gli adulti in generale.

Una lettura certamente utile per chi ha voglia di approfondire e capire meglio quello che sta accadendo nella nostra società a livello comunicativo e di transizione generazionale. Un libro consigliassimo a tutti coloro che vogliono capire come si può fondere conoscenze ed esperienza degli adulti con la creatività, l’estro, la capacità innovativa delle giovani menti. 

Da questo connubio non può che nascere qualcosa di efficace, di moderno e vincente. 

Forse, come adulti, dobbiamo semplicemente smettere di pensare di avere la verità in tasca, dobbiamo trovare il modo per ammettere che, in fondo, nessuno di noi sa esattamente cosa sia giusto o sbagliato, assolutamente vero o assolutamente falso, e dobbiamo chiedere ai giovani, ascoltarli, aprirci alle opinioni degli altri per avere nuove chiavi di lettura e cercare di comprendere meglio i contesti in cui viviamo. 

Viviamo in un mondo che corre a ritmi sempre più frenetici, dove il tempo sembra scivolare via senza lasciare spazio per respirare. 

Anche i bambini, spesso, si trovano intrappolati in un vortice di impegni e attività strutturate, con poco tempo per esplorare, giocare liberamente e semplicemente essere.

Riflettiamo sull’importanza di rallentare, di creare spazi di tempo lento nella vita dei bambini, e su come questo approccio possa favorire il loro sviluppo emotivo, cognitivo e relazionale.

 

 

Che cos’è il tempo lento e perché è importante per i bambini?

 

Il tempo lento è un concetto che si oppone al ritmo frenetico della vita moderna.

Significa rallentare, vivere nel presente, lasciare spazio all’esplorazione e alla spontaneità.

Per i bambini, questo significa:

  • Giocare senza pressioni o aspettative.
  • Avere tempo per osservare e scoprire.
  • Coltivare la creatività e la curiosità.

 

I benefici del tempo lento

Rallentare non è solo un piacere, ma una necessità.

Numerosi studi dimostrano che il tempo lento:

  • Riduce lo stress: I bambini che vivono a ritmi più lenti mostrano livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) più bassi.
  • Favorisce la concentrazione: Senza la pressione di fare tutto velocemente, i bambini si immergono più profondamente nelle attività.
  • Stimola la creatività: Spazi vuoti e non strutturati permettono al cervello di vagare e generare idee nuove.

 

Il tempo lento come antidoto alla frenesia moderna

 

Il sovraccarico delle attività

Molti bambini oggi sono impegnati in un numero eccessivo di attività: lezioni di musica, sport, doposcuola e altro ancora.

Anche se queste attività sono preziose, un’agenda troppo piena rischia di lasciare poco spazio per il gioco libero e il relax, essenziali per il loro equilibrio.

 

Il valore della noia

Contrariamente a ciò che spesso si pensa, la noia non è un nemico, ma un’opportunità.

Quando un bambino si annoia, il suo cervello cerca soluzioni, si inventa giochi, esplora nuovi modi di passare il tempo.

È proprio nella noia che nascono alcune delle idee più creative.

 

Come creare momenti di tempo lento per i bambini

 

Limitare gli impegni

Una delle prime strategie è ridurre il numero di attività programmate nella settimana.

Chiediti: “C’è davvero bisogno di tutto questo?”.

Offrire ai bambini del tempo non strutturato non significa trascurarli, ma dar loro la libertà di essere se stessi.

 

Creare routine rilassanti

Le routine offrono sicurezza ai bambini, ma possono anche essere progettate per favorire la calma e il tempo lento.

Le routine lente che io preferisco sono:

  • La lettura della sera: Un momento di connessione e tranquillità prima di dormire.
  • La colazione senza fretta: Inizia la giornata con un ritmo rilassato, senza corse per uscire di casa.
  • Passeggiate nella natura: Un’occasione per osservare, esplorare e respirare.

 

Spegnere gli schermi

Gli schermi (televisori, tablet, smartphone) spesso riempiono spazi che potrebbero essere dedicati alla lentezza.

Creare momenti “offline” è fondamentale per lasciare spazio al gioco libero e alla creatività.



Attività lente per i bambini

 

Gioco libero

Il gioco libero è una delle attività lente per eccellenza.

Senza regole o obiettivi prefissati, i bambini possono esplorare, inventare e divertirsi seguendo i loro tempi.

Puoi creare un angolo della casa dedicato al gioco libero, con materiali semplici come blocchi di legno, colori e fogli oppure oggetti naturali raccolti durante le passeggiate in natura. 

 

Tempo nella natura

Passare del tempo all’aperto, lontano dal caos della città, è un modo efficace per rallentare.

Porta i bambini in un bosco, in un parco o in riva a un lago. Incoraggiali a osservare gli animali, raccogliere foglie o semplicemente sedersi e ascoltare i suoni della natura.

 

Arte e manualità

Attività creative come disegnare, dipingere, fare collage o modellare con la creta permettono ai bambini di immergersi in un’esperienza senza fretta, seguendo il loro flusso naturale.



Il ruolo dell’adulto nel tempo lento

 

Essere un modello

I bambini imparano osservando.

Se un adulto vive sempre di corsa, anche i bambini tenderanno a fare lo stesso.

Mostra loro come rallentare, prendendoti del tempo per leggere, cucinare con calma o semplicemente stare seduto in silenzio.

 

Condividere momenti di lentezza

Condividere il tempo lento con i bambini non solo rafforza il legame, ma li aiuta a capire il valore di questi momenti. 

Ci sono tantissime attività quotidiane che possono portare il rapporto con i tuoi bambini ad un altro livello, come preparare insieme un pasto, passeggiare e parlare oppure creare un rituale familiare, come spegnere le luci e accendere candele per raccontare storie.



La lentezza come strumento di consapevolezza

 

Introdurre la mindfulness

La mindfulness è un’ottima pratica per insegnare ai bambini a vivere nel presente.

Prova con questi due esercizi semplici:

  • Osservare il respiro: Chiedi al bambino di sentire l’aria che entra ed esce dal naso.
  • Camminata consapevole: Camminate insieme concentrandovi sui suoni, sugli odori e sulle sensazioni del momento.

 

Gratitudine e riflessione

Alla fine della giornata, prendetevi un momento per riflettere su ciò che avete vissuto. Chiedi al bambino:

  • “Qual è stato il momento più bello della tua giornata?”
  • “Cosa ti ha fatto sentire felice oggi?”



Il dono del tempo lento

Rallentare non è solo una scelta, ma un dono prezioso che possiamo fare ai nostri bambini.

In un mondo che corre veloce, offrire loro il tempo per esplorare, sognare e creare significa coltivare la loro capacità di essere presenti, resilienti e felici.

La lentezza non è un lusso, ma una necessità per una crescita equilibrata e consapevole.

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