Il cambiamento è una costante nella nostra vita. Le nostre cellule, il nostro corpo, la nostra mente, tutto in noi e intorno a noi è in continuo cambiamento, eppure la sola idea di dover cambiare scatena in noi grandi paure.
Io credo che in realtà dovremmo avere il terrore delle cose che non cambiano, che rimangono uguali a sé stesse, di non cambiare mai, che tutto rimanga immutato, specialmente quando le cose non vanno poi così bene… eppure sembra così difficile, quale essere strano è questo umano.
Nella mia vita i cambiamenti sono arrivati e mi hanno letteralmente travolta fino a quando non ho capito e accettato che sono parte di me, che sono linfa vitale, che non ne posso proprio fare a meno, a partire dal cambiare posizione ai mobili, ai vestiti, a tutto quello che può rendere l’ambiente intorno a me ogni volta un po’ diverso.
Il cambiamento, nel bene e nel male, è il modo in cui l’essere umano cresce, evolve, impara: è per questo che sostengo che dovremmo avere paura dell’immobilismo più che del cambiamento!
Opporsi a ciò che di più naturale possa esistere (il continuo mutare degli elementi, dei pensieri e delle situazioni) non si è mai dimostrata una buona idea; entrare nel flusso dell’evoluzione invece lo è: lasciare che le situazioni scorrano, che i pensieri si modifichino, che gli elementi cambino e per ognuno di essi ricordarsi che un motivo esiste sempre, che è bene assumersi le responsabilità che ci spettano, accettare il nuovo ed evitare coscientemente i sensi di colpa.
Per fare questo passo nella conoscenza di sè è importante mettere in discussione alcune impostazioni che ci hanno tramandato con l’educazione, la cultura, le abitudini familiari e che oggi forse non hanno più lo stesso valore o non ne hanno proprio.
Prova a pensare a quali cose nella vita non ti rendono felice eppure non riesci a cambiarle.
Ti sei chiesto perchè?
C’è forse sotto un’impostazione che ti hanno tramandato o una convinzione che ti è stata inculcata?
Prova a elencarle, perchè settimana prossima scriverò di convinzioni limitanti e di gabbie dentro cui siamo (auto-)rinchiusi.