Tutto è iniziato 36 anni fa. Io ne avevo 5, le mie sorelle 7 e 9.
Loro andavano a scuola, imparavano, scrivevano, leggevano e soprattutto non giocavano con me perché dovevano fare i compiti.
Io no. Non ero ancora entrata in contatto col mondo della scuola e tenevo in mano pennarelli e matite solo per disegnare.
Non sono mai stata brava a disegnare, era frustrante. Per questo mi sono seduta vicino a loro due e ho cominciato a copiare. Ricopiavo spudoratamente tutto ciò che facevano, in continuazione. Devo essere stata fastidiosa, lo so. Ma così ho imparato a scrivere e a leggere.
L’incontro con la scrittura è stato travolgente, è cresciuto negli anni delle scuole elementari grazie alla meravigliosa Maestra che ho avuto la fortuna di incontrare e che ha sostenuto la mia passione innaffiandola ogni giorno. (Per inciso, al tempo la maestra era una sola per tutte le materie)
Da lì in poi ho scritto di tutto: temi, racconti, filastrocche, poesie, copioni teatrali, lettere (tante lettere!!!), diari e chi più ne ha più ne metta. Vi viene in mente un genere letterario? Io ho scritto qualcosa di sicuro, e quando non sapevo cosa scrivere ricopiavo (di tutto) aforismi, canzoni, brani, poesie.
Ho iniziato a scrivere il vero Diario durante le scuole medie, grazie ad un compito estivo assegnatoci da un’altra insegnante illuminata: scrivi il tuo zibaldone.***
Arrivata a 15 anni, la scrittura era ormai per me linfa vitale, espressione del mio interiore, mezzo di comunicazione e sfogo libero. Non ricordo esattamene quando, ma è in quegli anni che ho cominciato a sognare di scrivere un libro. Impresa epica, immensa, infinita, impossibile, un sogno irraggiungibile. E poi c’era quella frase che i grandi ripetevano spesso: “quali sono i tuoi sogni nel cassetto?”
Il mio era diventare una scrittrice.
Crescendo, nonostante frequentassi il liceo classico, la passione per la scrittura non era condivisa, anzi era un po’ da sfigata. Così a poco a poco, nel tempo, il mio sogno è davvero entrato in un cassetto e lì è rimasto.
Per alcuni anni ho continuato a scrivere il mio diario, che mi ha permesso di sopravvivere nei momenti più bui della mia vita, è stato l’ancora di salvataggio in mezzo al mare in tempesta, il cestino dove ho potuto svuotare l’anima satura e la bile in cui affogava.
Sono cresciuta, ho studiato pedagogia e formazione, poi coaching. Ho conosciuto, approfondito e sperimentato strumenti di crescita personale e di realizzazione, di superamento dei blocchi e delle paure. Ho scritto ancora tanto ma ci sono stati anche momenti in cui non riuscivo a scrivere nulla, addirittura sono arrivata a non scrivere più perché inconsciamente pensavo di non meritare questo strumento salvifico.
Poi il richiamo della scrittura si è fatto risentire e ho ricominciato a scrivere, rendendomi conto che quella sarebbe stata la strada che mi avrebbe condotto allo stadio successivo della mia evoluzione.
Ho guardato nel cassetto e il mio sogno era ancora lì.
Ho preso coraggio, ho tirato fuori il sogno, l’ho pulito dalla polvere e mi sono data da fare (tanto da fare) per realizzarlo.
Questo libro nasce dal quel diario di quindicenne, parla di me, è una parte di me, quella parte di me che ho deciso di scrivere, una parte intima, personale, fragile. Per arrivare a realizzare il sogno ho dovuto superare la paura del fallimento, la paura del giudizio, la paura del rifiuto; è stata una scalata lunga e faticosa ma io non potevo più tornare indietro. Scriverlo serviva a me.
Poi è diventato qualcosa di più: l’ho pensato come strumento di rapido uso per tutte quelle persone che si trovano ad affrontare situazioni che cambiano radicalmente la vita e che capitano inaspettatamente. Vorrei che tutti gli strumenti che mi sono serviti per crescere e che ho studiato e sperimentato in 10 anni, fossero disponibili subito per altre persone, che possano giovarne senza un percorso così lungo come è stato il mio.
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